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Il percorso artistico di Olegh Kolyada ha il valore di una pavimentazione di pietra, lastroni antichi adagiati su terreni pellegrini, il gusto del viandante a zonzo tra le recondite sfumature del suono, capace di marcare la sua produzione con diversi monicker, diverse tendenze, diverse ibridazioni, senza mai apparire appesantito.

La formazione classica ha il suo peso e non va sottovalutata.

Assieme a Twilight Records (un catalogo immenso di bellezza e cultura underground), ripesca dai suoi cassetti di legno aromatico (un’immagine che si addice ad un musicista che della nuance sonora fa la sua creazione) dodici tracce nate in un lasso di tempo che va dal 2005 al 2010 ed in questo carosello del tempo incontrate tutte le possibilità di Olegh ‘Oda Relicta’.

Dodici tracce per un’edizione limitata in digipack che ripropone l’autoproduzione dello stesso Kolyada (solo in file digitale), ma tra le file Twilight con l’eleganza del supporto fisico.

Darkfolk, cultura d’appartenenza (la sua terra, l’Ucraina, in tanti album è stata omaggiata con inni, suoni tradizionali, estratti neoclassici), la visione aperta di un’Europa non solo colta ma esteticamente impeccabile e ne incontrate ogni forma in ogni traccia dell’album.

Barocca “Under-Aged Veteran”, una marcia su carri armati arrugginiti, baionette abbandonate accanto ad elmetti, ragioni e torti ricoperti da graminacee velanti, così come nella successiva “Night Of Purple Fires” la marcia ha il potere della cornamusa e l’ossessione marziale di una battaglia vinta? persa?

Che importa …

In più tracce Olegh s’abbandona invece a quell’abbandono ambientale rarefatto e malinconico che ci ricorda perfettamente il meglio europeo del darkfolk marziale ma classicista, su tutti i Der Blaue Reiter, l’amico Horologium con il quale ha incrociato più volte i synth, Albireon, davvero forte l’Europa che ne esce dai solchi, davvero bella e fiera seppur oggi abbandonata, costretta, legata sulle sue irrazionali economie imperanti.

Ma la musica ha il potere dell’andare altrove, di sognare, rivivere, creare e “Straw Bells” in questo vince: alla fine, “Straw-Clad Souls” nel nome di Cisfinitum, dipinge scenari violacei ed indefiniti, un’impalpabile bruma sonora sfumata, sagome lontane avanzano dolenti verso l’orizzonte, non più lacrime, non più dolore, non più rumore.

Solo la musica, solo la vita …

by Nicola Tenani for Sounds behind the Corner (Italy)
Source URL: http://www.soundsbehindthecorner.org/the-village/1672-oda-relicta-straw-bells.html