Alchemicals

Artist:
Cisfinitum & First Human Ferro
Label:
Old Captain
Catalog#:
OCCD06
Format:
CD, Album, Limited Edition, Digipak
Country:
Ukraine
Released:
2012
Genre:
Electronic, Jazz
Style:
Dark Ambient, Ambient, Experimental, Avant-garde Jazz

Tracklist

Part I
I Eastern Sun [Featuring – Mykhayil A.Shukh] (6:52)
II Rosa Mundi Emblem (2:28)
III Enter K (3:25)
IV Manikarnika [Saxophone – Sergei Letov] (6:16)

Part II
V Ravens Of Nevermore [Saxophone – Sergei Letov] (4:12)
VI New Cleansed Order [Words By, Voice – James Thirlwell] (7:23)
VII The Wind That Blows, Asks: Which Leaf On The Tree Will Be Next To Go? [Noises, Loops – Thierry Jolif ] (11:30)

Part III
VIII District Delta 2012 (3:56)

Notes

Composed By, Keyboards, Violin, Noises, Sounds [Sound Construction] – Eugene Voronovsky (tracks: II to VIII)
Composed By, Sounds [Soundscapes, Processed Sounds], Synthesizer [Synth Layers] – Olegh Kolyada (tracks: I to VI)
Concept By – Eugene Voronovsky, Olegh Kolyada
Design – Andrey Bondarenko
Mastered By – Alexandr Kalianov Jr.
Sounds, Performer [Rainstick], Singing Bowls, Bells – Peter Smirnov (tracks: II to VI)

Mastered at Kalian Studio, Moscow.
Thanks to James Thirlwell, Sergei Letov and Thierry Jolif for participation on this record and Andrey Bondarenko for artwork.
Track 6 is dedicated to the memory of Dmitry Zuboff (1976 - 2011)
NB: The album title on the front cover is written through double "L"'s which is correct due to alchemical reasons, though the official title is "Alchemicals".

Reviews:

Risale agli ultimissimi giorni del 2012 questo lavoro che vedeva coinvolti il side-project del padrone della label Old Captain Olegh Kolyada, qui nelle vesti di First Human Ferro, e il raffinato act Cisfinitum, pilotato con ottimi risultati da Evgeny Voronovsky. I due ucraini scelgono il tema alchemico presentato in tutto il suo ermetismo da un artwork antico, lasciando agli interessati l'ostico compito di capire dove ci si vuole spingere. I riferimenti più o meno vaghi al dualismo Saturno-Sole e alla trasmutazione dell'uno nell'altro porterebbero alla ricerca dell'immortalità, seguendo schemi e fonti ormai quasi sconosciute al mondo moderno. Questo, in soldoni, il tema trattato attraverso uno stile che si sforza di inscenarne l'enfasi e l'oscurità. Il disco è diviso in tre tracce che corrispondono ad altrettante parti, a loro volta suddivise in sottocapitoli. La fase iniziale mette in mostra un'aura sacra, fatta di drones e linee di synth prolungate. Le coordinate space-ambient vengono ripercorse con l'aggiunta di strumenti esotici e classici (piano, violini), nonché con strutture corali che rimandano ad ambienti celebrativi: la rarefazione degli elementi ed il superamento della materia si uniscono ad una calma esoterica velata di inquietudine e mestizia, trascinandoci in scenari occulti. La seconda fase prosegue sulle medesime tracce della prima, aumentando la carica evocativa grazie allo spoken word di Jim Thirlwell (celebre mente di Foetus) e ad uno straniante tema di sax che assume le fattezze di un drone mistico. La breve chiusa consta di un motivo di piano e violino, sorta di sublimazione intimistico-strumentale che fa da controcanto alle sterminate galassie descritte nel resto dell'album. Da segnalare la partecipazione - tra gli altri - del francese Thierry Jolif, storico artefice di Lonsai Maïkov. Confezione in curatissimo digipak per un album poetico e passionale, debitore di una space-ambient reinterpretata per esprimere un disperato bisogno di Assoluto.

by Michele Viali at Darkroom Magazine (Italy)
Source URL: http://www.darkroom-magazine.it/ita/104/Recensione.php?r=3148

La cover si presenta come riproduzione antica, pergamena che potrebbe essere esposta in una vecchia biblioteca ricoperta dalla polvere del tempo, la musica in quel tempo senza data pare esserne sospesa: così si presenta “Alchemicals”, sinfonia d’avanguardia che vede uniti Evgeny ‘Cisfinitum’ Voronovsky assieme ad Olegh Kolyada, qui First Human Ferro, altrove Oda Relicta od Ostarbeiter, due dei tanti progetti di colui che di Old Captain è anche creatore, un’isola felice di post-industrialismo ucraino.

Tre tracce di ambient oscuro, di ricerca colta nella musica moderna, sinfonia in tre movimenti per narrare la percezione del tempo come dimensione che esiste nel momento in cui le diamo canoni, assolutamente effimera nell’estrarsi da qualsiasi riferimento se la vogliamo al di sopra di tutto e tutto è un bagaglio di cultura musicale che trasmette la dimensione tempo come riferimento globale.

Per certi aspetti si coglie la mistica grazia di Arvo Part letta in chiave moderna, minimalista, stesure di suoni che ne determinano la base sulla quale inserire con grazia piccole presenze strumentali che non ne alterano la percezione di rarefazione atmosferica, profonda e meditativa, tre movimenti per una sinfonia d’avanguardia a loro volta suddivisi in parentesi sonore, un viaggio dedicato alla memoria di Dimitry Zuboff, collega e visionario musicista russo deceduto un paio d’anni orsono.

Nella prima parte l’atmosfera è azotata, rarefatta, l’assenza di ossigeno ci porta in cieli alti e nella quarte parte, “Manikarnika”, si concede il lusso di spargere note profonde di saxofono (all’ottone Sergei Letov), protagonista della prima parte della seconda traccia dell’album, “Ravens Of Nevermore”.

Il sax esce timido e greve tra nebbie leggendarie creando un’atmosfera di incomparabile bellezza, note intense tra brume compatte e tutto in quelle nebbie si dissolve, smarrendo l’orientamento, abbandonandoci succubi di un’altra dimensione espansa nel nulla, nella musica che diventa paesaggio.

Anche la narrazione della voce in quel nulla si disperde, il soundscape ha il potere cinematico di un film di Bergman, nell’insieme una percezione surreale ancora una volta là, oltre il tempo.

Il terzo movimento è totalmente arioso: archi e pianoforte patetici per una suite di grande malinconia: Evgeny Voronovsky al violino conclude un trittico coinvolgente assieme ad Olegh Kolyada, “Alchemicals” non è solo la chimica antica evocata nella cover, sulla stampa del dischetto, è l’alchimia del suono che può essere totale, moderno nell’avanguardia senza abbandonare la scuola classicista, alchimia di due compositori con il dono della musica.

by Nicola Tenani (Sounds Behind The Corner)
Source URL: http://www.soundsbehindthecorner.org/auditorium/1196-cisfinitum-a-first-human-ferro-alchemicals.html

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